sabato 28 settembre 2013

A Lugano un Dicastero Sport che non funziona

AIUTO! Fare sport in un ambiente malsano
scoraggia anche i più intrepidi.
Sul budget delle casse comunali questo dicastero pesa con cifre a sei zeri. Che, è bene ricordarlo, vanno a carico di tutta la comunità. È giusto allora chiedersi, di tanto in tanto, quale servizio viene elargito, se la spesa, in poche parole è giustificata. Nel caso specifico abbiamo qualche dubbio. Credeteci. Ve lo dice uno che frequenta le strutture sportive di questa Città praticamente da quando è nato, soprattutto palestre, piscine e zone varie per correre e che quindi ha "toccato con mano" i problemi.
Iniziamo allora dalle palestre, frequentate già durante il famoso periodo del “boom” del basket. Grande passione, tutti i giovani con il pallone a spicchi in mano, dove si giocava? Alla "Gerra", in zona Cornaredo. Nei derby la palestra traboccava di pubblico, 400-500 persone a volte rimanevano fuori… Che tempi! Siamo più o meno a metà degli anni ’70. Ricordo che già allora, a gran voce, si chiedeva un nuovo palazzetto per giocare a basket. Più capiente e accogliente, insomma, all'altezza con i tempi e le esigenze. Sono passati quasi… quarant'anni (abbiamo un po’ vergogna a dirlo), e i giovani giocano ancora nella vetusta palestra della Gerra! Quello che non capiamo è questo: dove sono finiti i milioni e milioni di franchi spesi alla voce "sport" in questi anni e sufficienti per costruire un nuovo Maracanà? Francamente, vedendo le strutture in Città, non riusciamo a capirlo. Vabbè, andiamo avanti. Gli anni passano e si cambia attività, inizia la passione per gli sport di resistenza, triathlon, corsa e nuoto. E qui dove si corre? Allo Stadio, certo. Ma anche lì è “terzo mondo” tra gabinetti e spogliatoi, la pista non sempre è disponibile, guai (e qui si sottolinea quel “guai”) a correre sul tappeto verde riservato ai… campioni del calcio. E allora scegliamo il Percorso Vita, il più bello, a ragione dei più, si trova a Breganzona. Pensate, il più bello... Provate ad andarci e date un'occhiata alla zona partenza dove ci sono gli spogliatoi. Più che un luogo di sport sembra un ranchito. È anche pericoloso, proprio alla partenza della Pista finlandese un tombino piazzato per terra in un punto assurdo, non assicurato, è un grave pericolo per chi ci dovesse mettere inavvertitamente il piede. È lì così - ahinoi - non da ieri, ma da anni: cosa ci vuole a sistemarlo? In quanti si saranno già fatti male? Perché ogni tanto, inoltre, non si pulisce anche il Percorso Vita dai rami e detriti che ne ostacolano il tracciato? Ci risulta che proprio nelle vicinanze, al campo sportivo, c’è un distaccamento di operai del comune. Cosa sono lì a fare? Eppure la gente che corre a Breganzona non manca, ce n’è già al mattino presto. Spesso arrivano anche gli allievi delle vicine scuole. Varrebbe la pena di migliorare la situazione. O no? Questo per Breganzona, chissà che situazione vi è negli altri parcours. Ultimo appunto: le piscine. E il pensiero va subito alle corsie... Che lotta per avere le corsie in acqua! Quante discussioni per far capire una cosa semplicissima, ovvero che un nuoto disciplinato in corsia va a vantaggio di tutti! Ci sono voluti anni, direi un paio di decenni, finalmente le corsie ci sono in quella coperta e pure nella piscina grande, anche se al momento sono solo tre. Siamo stati gli ultimi, probabilmente a livello di centro Europa, ma ora ci sono.
Ce ne vorrebbero altre due, magari introducendo anche i livelli (veloce, medio, lento) ma chissà che lotta per convincere ancora e intanto, però, sorpresa di questo periodo di fine estate, ci hanno aumentato il prezzo d’entrata… Si potrebbe dire molto altro, dalla discutibile accoglienza di alcune cassiere al personale che tranquillamente cammina a bordo vasca con gli scarponi da lavoro (che di fatto sono scarponi da montagna -> ma per questioni d'igiene non è proibito?). La chiamano “Lugano, città dello sport”, usando come al solito uno slogan per far credere ai polli di essere i migliori al mondo, e invece facciamo figuracce. Ma in fondo, diranno in molti, c’è chi sta peggio e in definitiva “chi si accontenta gode”. Sarà davvero così?

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