giovedì 24 luglio 2014

Bruno Biagioni e quella voglia di ricominciare: la storia di uno dei ragazzi aggregati al Programma UNI.Team

Bruno Biagioni ci racconta un periodo della propria vita molto travagliato, fatto di alti e bassi fisici e psicologici. Grazie alla sua grande determinazione e voglia di cloro oltre a una serie di coincidenze tra cui la conoscenza di Alessandro Pontalti, nel frattempo diventato coach di nuoto dei ragazzi del Programma UNI.Team Trento, riesce a ritrovare la propria strada.

Tanti anni fa, precisamente nell’anno 1998, cominciai la mia avventura in vasca in una squadra di Trento (il CSI Trento Nuoto). Sono stati anni molto belli, di conoscenze squisite e primi risultati alle gare. Dopo alcuni annetti passai ad allenarmi con la squadra agonistica e man mano che il tempo passava vedevo il tempo del cronometro diminuire, soprattutto nella specialità rana, cosa che mi stimolava sempre di più ad andare avanti in quell’attività che piano piano cadenzava i ritmi delle mie giornate.
Purtroppo però nel marzo 2005 vidi il mondo crollarmi addosso; dopo un 200 rana svoltosi a Bolzano, con un passaggio troppo forte ai 100m, uscii dall’acqua accusando forti dolori al petto e il battito del cuore in gola; mi sdraiai su una panca per riprendermi e, rincasato, mi recai sotto l’obbligo dei miei genitori in ospedale per accertamenti, visto che la cosa non si affievoliva. Inizialmente i primi controlli diedero esiti negativi a qualsiasi patologia: elettrocardiogramma nella norma è stato il responso. Mi consigliarono, in ospedale, di approfondire la cosa e di contattare uno specialista. Mi recai al Villa Bianca dal Prof. Furlanello, il quale mi diede una serie di esami da fare per verificare la situazione. Nel maggio 2005 mi fu diagnosticata una miocardite. Mi dissero di continuare l’attività fisica solamente a scopo ludico. Quindi dovetti smettere di nuotare a livello agonistico… una mazzata!
Continuai a nuotare per un breve periodo nella squadra master, ma non mi dava alcuna soddisfazione non poter lottare contro il cronometro. Quindi piano piano smisi totalmente di nuotare.
Questo periodo transitorio senza attività fisica e, se vogliamo un po’, pazzerello sotto alcuni punti di vista (in adolescenza si fanno tante baggianate…), durò circa 8 lunghissimi anni!
Provai un’esperienza con la pallanuoto, visto che era un po’ più blanda e gli allenamenti si svolgevano 3 volte in settimana, ma anche lì la soddisfazione del cronometro non c’era.
Un bel giorno di primavera del 2013, chiacchierando con un mio carissimo amico e compagno di squadra, sollevai la questione nuoto visto che la cicatrice del cuore si era stabilizzata e mi era stato dato il via libera per un’attività più pesante. Entrambi abbiamo concordato sulla voglia di ricominciare a macinare chilometri in vasca e caso volle che suo cugino (Alessandro Pontalti) fosse rientrato a Trento per seguire il Programma UNI.Team. Ero molto entusiasta della cosa, non mi sembrava vero!
Le nostre condizioni fisiche da nonnetti fermi sono state rispettate in toto e gli allenamenti venivano riadattati. Pian pianino col passare dei mesi cominciavamo a vedere discreti miglioramenti in allenamento. Questo progetto mi dava molta carica, ci siamo allenati per un buon periodo alle 06.00 di mattina. Una fatica allucinante ma appagante, da sentirsi veramente degli atleti seri! La vasca da 50 nell’estate dell’anno scorso mi ha dato un po’ di problemini, ma nonostante tutto, Ale ha creduto in me e ha voluto darmi la possibilità di prender parte ai regionali assoluti a Bolzano. I tempi erano ancora altini, ma il brividino della gara, il tremolio all’addetto ai concorrenti, i preparativi della sera prima, l’ansia da prestazione, erano sensazioni fantastiche che non sentivo da tempo!
Dopo quelle gare ho continuato ad allenarmi tutti i giorni col gruppo dei triatleti UNI.Team per “mantenimento”. Non volevo perdere il lavoro di ripresa svolto fino a quel punto. A settembre si ricominciò a “pompare” coi lavori e questa volta anche col lavoro in palestra. Sacrifici, molti sacrifici. Tanto tempo trascorso in acqua e tanto sudore sugli attrezzi, ma bello da morire! I tempi diminuivano sempre più, la voglia di inseguire i compagni di squadra invece cresceva smisuratamente… Cominciavo a stare bene, a sentire l’acqua.
A un certo punto della preparazione Ale cominciò a farmi fare lavori centrali a rana (stile che ho sempre sostenuto mi appartenesse più degli altri): spettacolo!
A forza di dai e dai, gambe a motore, serie da 20 C.P. e chi più ne ha, più ne metta, era arrivato il momento di fare un piccolo test per verificare lo stato di forma prima della più importante gara invernale, la Coppa Brema. Il test si svolse a Predazzo senza aver scaricato nulla per quelle gare. Nonostante il corpo pesante e macchinoso ho avvicinato i miei record personali in corta con tempo manuale, cosa interessante visto che, come dice il coach, “è facile andar bene quando si è in forma; l’atleta si vede quando va bene anche in condizioni pietose”!
Dopo quel test andammo avanti col programma fra palestra e vasca. In dicembre arrivò il momento clou. La Coppa Brema si svolse a Madonna Bianca, piscina di casa, e la tensione era tanta. Così come la consapevolezza di non aver rimpianti. Avevo dato tutto fino a quel momento e seguito ogni consiglio del coach.
Si respirava una bella atmosfera, squadra bella unita e coesa, risate per alleviare la tensione, tifo per i compagni in gara ecc. Io ero iscritto sui 100 rana individuali e staffetta mista sempre frazione rana, stessa distanza. La staffetta era nel turno mattutino di gare e sono esploso di gioia quando a fine gara sono venuto a conoscenza del mio tempo lanciato: 1’08”00 circa con un passaggio assassino ai 50. Tempo mai nuotato da me in precedenza!!! La gara individuale pomeridiana è andata molto bene come al mattino, 100m nuotati in 1’:09”50 circa (anche se non nascondevo un po’ di rammarico visto l’entusiasmo mattutino). Ottimo comunque!
Stimolo ulteriore per non mollare più! Il Programma UNI.Team mi stava portando a livelli mai visti e provati dal mio corpo! Purtroppo ho avuto un piccolo acciacco all’adduttore destro in inverno, quindi non ho potuto lavorare al 100% con le gambe a rana, ma anche lì il tutto è stato gestito saggiamente da Ale. Abbiamo preso parte ai regionali assoluti primaverili a Bolzano e ho gareggiato sempre sui 100m rana. E a fine gara sorpresona, un 1’.08” stampato lì sul tabellone!!! Carico (emozionalmente) come non mai! Record personale di sempre!
La preparazione continuava… allenamenti mattutini in maggio per poi passare all’esterno in vasca da 50m. Ho patito tanto il passaggio, ma Ale mi ha sorpreso ancora; ha capito la composizione dei miei muscoli e mi ha detto di allenarmi in vasca da 25m; andavo col gruppo una volta in settimana per fare un allenamento in lunga. Dura da soli e col pubblico ma ho tenuto botta! Arrivati a luglio ci ha detto che avremmo preso parte ai regionali assoluti a Trento (ovviamente in vasca da 50m) e di scegliere le gare. Io ho dato la mia preferenza ai 50 e 100 rana e 100 stile.
Prima giornata: 100m rana in 1’11”04, anche qui record personale di sempre in lunga!
Seconda giornata: 50m rana in 32”1 (vedi sopra!)
Terza giornata: 100 stile libero (non il mio stile) in 60” (vedi sopra sopra!).
Ale era molto contento del lavoro svolto e dei risultati ottenuti… Così come lo ero e lo sono io!
Giunto a questo punto del racconto, oltre a dire che sono sempre più determinato ad andare avanti, devo anche dire che se si trova un gruppo forte, unito, “capeggiato” (passatemi il termine) da una persona super competente ed esperiente, non importa se hai 29 anni (sì avete capito bene, sono classe 1985!!!) e hai fatto 8 anni di stop… i record personali li fai!!
Il Programma UNI.Team mi ha dato questa possibilità e mi sta regalando molte emozioni! Un ringraziamento va a tutto lo staff (in particolare all’allenatore della parte nuoto Alessandro Pontalti, visto che le altre due specialità non le faccio) e ovviamente ai pazzoidi che condividono le corsie con me!! J
Spettacolo sentirsi un atleta, spettacolo sentirsi un nuotatore, spettacolo sentirsi ranista! Grazie!!
Il programma UNI.Team si pone l’obiettivo di dare la possibilità ad atleti di alto livello negli sport del triathlon e del nuoto di conciliare l’attività agonistica con gli studi e ha trovato il sostegno di vari enti che hanno deciso di porre il proprioPatrocinio tra cui la Provincia Autonoma di Trento, il Comune di Trento, il Comune di Predazzo e il CONI Provinciale di Trento.
Numerose anche le aziende che hanno deciso di investire con una sponsorizzazione tra cui Sport Time srl ed Ecomaterie srl. Il supporto tecnico è garantito da KaskPasta Young EnduranceCampagnoloDeda Elementi,PowerBarfi’zi:kSan PatrignanoSantiniNRC occhialiAqua Spheretrispecialist.comallenatime.com e New Balance.
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