mercoledì 9 novembre 2011

Paola Engelhardt, un bell'esempio di sportiva

TENACE Nella tratta a corsa a Zugo.
In Ticino ci sono diversi sportivi che hanno storie interessanti da raccontare. Spesso è gente schiva, che non ama mostrarsi, semplicemente fa sport per il piacere di farlo, magari raggiungendo anche obiettivi di valore. Una di queste è Paola Engelhardt, sicuramente una sportiva d'eccezione!
Puoi presentarti brevemente? 
Sono nata a Locarno 47 anni or sono e, a parte un periodo di 7 anni per studio e lavoro a Zurigo, ho sempre vissuto in questa città. Sono sposata ed ho tre figli tra i 19 ed i 16 anni, tutti molto sportivi. Sono sempre stata una persona molto attiva, ma ho incominciato a praticare sport regolarmente da quando mi sono trasferita a Zurigo. Frequentavo i famigerati "Kondi" organizzati presso l'Uni di Zurigo, ma soprattutto correvo molto sui bellissimi percorsi tracciati nei boschi intorno alla città. Ho incominciato con qualche gara che si svolgeva a Zurigo e dintorni, aumentando le distanze, fino alla mia prima maratona in quel di Francoforte. Per il viaggio di nozze ho partecipato con mio marito alla maratona di New York. Dopo alcuni anni ho voluto sperimentare qualcosa di nuovo: a metà degli anni '90 ho conosciuto Marinella Pezzoli e mi sono decisa a gettarmi sul triathlon che in quel periodo stava conoscendo una forte evoluzione in Ticino. Da quel momento è stata la mia attività sportiva principale, culminata conl'ottavo posto di categoria nell'Ironman a Roth, anche se alternata con periodi dove mi concentravo maggiormente sulla bici, oppure sulla corsa. Ho infatti partecipato ad un paio di gare ciclistiche, tra le quale il Gianetti Day che ho vinto nel 2000, ma ho pure corso una 100 km a Bienne, un'esperienza dura ma molto affascinante. Ho sempre cercato nuovi stimoli, ad esempio nel 2007 quando ho vinto la Coppa Ticino di corsa in salita, oppure d'inverno, partecipando spesso alla Coppa Ticino di cross. Nel 2010 ho dedicato invece l'intera stagione ai Mini Tri, vincendone diversi in giro per la Svizzera, mentre quest'anno mi sono concentrata sulla distanza olimpica, giungendo quarta nella classifica complessiva. Sono sempre riuscita a conciliare lo sport con la famiglia e con le altre attività che svolgo (monitrice di atletica leggera e di walking, organizzatrice di corsi per anziani, controllore di centri fitness ecc.): si tratta di organizzarsi al meglio e di essere disposta a qualche sacrificio, ma se c'è la passione...
SPIRITO DI GRUPPO Durante un campo d'allenamento all'Isola d'Elba.
È da parecchio che gareggi: qual è stata la tua esperienza più bella?
Senza alcun dubbio l'Ironman a Roth nel 2003. L'ambiente era famtastico, con una cornice di pubblico che da noi non possiamo neanche immaginare. Il finale è stato esaltante, nonostante la fatica, con l'arrivo in copia con Marinella Pezzoli nell'arena gremita di spettatori che applaudono. Ma è stata soprattutto la preparazione alla gara che ho apprezzato, con tutta la programmazione, gli allenamenti, anche duri, insieme ai miei "compagni d'avventura", fino alla trasferta in gruppo, con i nostri accompagnatori.
Molto è cambiato nel triathlon negli anni: come hai vissuto l'evoluzione della disciplina?
Un'evoluzione che ho percepito solo in parte e che non ho subito più di quel tanto. Sono rimasta fedele ai miei concetti di allemanento, adattandoli unicamente in funzione del gruppo con il quale mi alleno. Una cosa che sicuramente non è cambiata è il piacere di trovarsi con degli amici per allenarsi insieme! Per il resto, ho l'impressione che tutti, indipendentemente dalle loro capacità, puntino ad avere la migliore attrezzatura possibile, che si è evoluta molto tecnicamente, curando anche i dettagli dell'alimentazione, con integratori, programmi ecc. Alla fine, quando partecipo ad una gara, prima della partenza mi sembra sempre di essere la più debole del gruppo. Insomma, viene un po' a mancare "l'amateur", il triathleta della domenica.
I giovani sembrano poco attratti dal triathlon e dagli sport di fatica in generale: qual è il tuo giudizio al riguardo?
È vero, solitamente preferiscono lo sport di squadra o le discipline/gioco più di tendenza. Tuttavia, ho la fortuna di vedere anche tanti giovani che praticano sport di fatica, probabilmente grazie al fatto che alleno dei ragazzini nell'atletica leggera e che i miei figli si sono indirizzati verso queste discipline. Vedo quindi loro ed i loro amici e li considero gli antesignani di una gioventù che non ha paura di fare fatica per ottenere i risultati che vuole raggiungere. Del resto, abbiamo proprio nel triathlon in Ticino alcuni esempi che fanno ben sperare.
CHI VINCE? Impegnata in uno sprint con l'amica Leila.

Hai ancora dei sogni nel cassetto?
Attualmente mi trovo un po' bloccata a seguito di un problema al ginocchio (sarà l'età?). Mi piacerebbe però per i miei 50 anni potermi preparare al meglio per una maratona cittadina, magari scendendo sotto le 3 ore e 20, limite che l'ultima volta mi è sfuggito di poco. Sarà anche l'occasione per fare un bel viaggio e visitare con calma, dopo la gara, la città che sceglierò, magari insieme a mio marito e un gruppo di amici. 
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